specialista-psicologa-bologna-alessandra-chiarini

PUBBLICAZIONI

Questa sezione è dedicata alle mie pubblicazioni di Psicologia in ordine cronologico a partire dalla tesi di Laurea del 2004 intitolata “Fragilità emotiva, sintomatologia depressa e benessere percepito in pazienti psichiatrici e in controlli sani”.

Questa ricerca ha come obiettivo quello di cercare le relazioni tra fragilità emotiva e la depressione, tra le due precedenti e il benessere percepito e anche lo stress sia in pazienti psichiatrici che in controlli sani.

La prima parte della ricerca è più teorica e cerca una visione d'insieme delle principali psicopatologie cliniche dell'asse I del DSM-IV, ovvero depressione, schizofrenia, disturbi legati all'ansia, disturbi correlati all'alcol e all'uso di sostanze e i disturbi bipolari.

Ho chiuso la prima parte con una descrizione delle principali emozioni e soprattutto della fragilità emotiva che si compone di suscettibilità e persecutorietà.

La seconda parte di tipo sperimentale riprende il concetto di fragilità emotiva con un accenno a uno studio recente sulla bassa autostima per poter fare un possibile parallelo con la fragilità emotiva.

Ho voluto seguire un metodo in cui ho utilizzato una batteria di test:
  • Il Questionario FE (Fragilità Emotiva) di G.V. Caprara;
  • Il CDQ (Scala per la misura della depressione) di S.E. Krug e J.E Laughlin;
  • Il CBA H nelle scale A e B (questionario del benessere soggettivo percepito).
Ho somministrato questi test a un campione di 110 soggetti psichiatrici ricoverati nella Casa di Cura Villa Baruzziana di Bologna che tratta disturbi psichiatici farmacologicamente in maniera prevalente.

Ho sottoposto i test seguendo le mie ipotesi e i miei obiettivi, cioè ricercando patologie trattate nella parte teorica, tenendo però conto anche del fatto che il luogo di ricerca portava più patologie di altre.

Indubbiamente la depressione è il disturbo prevalente con una percentuale del 38%.

Oltre alla batteria di test ho consultato le cartelle cliniche annotando i dati anagrafici principali, nel rispetto della privacy dei pazienti, la diagnosi e la terapia farmacologica.

Ho poi sottoposto i tre test, o meglio questionari a scelta multipla, a 33 soggetti sani di controllo, i quali non assumevano psicofarmaci ma che a livello anagrafico avevano caratteristiche comparabili.

Ho poi fatto i confronti tra gruppo di controllo e i gruppi psichiatrici sperimentali riuniti in cinque grandi categorie:
  • Depressione;
  • Disturbi bipolari;
  • Schizofrenia e altri disturbi psicotici;
  • Disturbi correlati a sostanze (alcol incluso);
L'Anova e il test di Fisher mi hanno consentito di arrivare mediante i confronti a dire che:
  • Tutti i ricoverati hanno nettamente e significativamente una fragilità emotiva alta rispetto ai soggetti sani;
  • La sintomatologia depressa è presente anche nelle altre patologie;
  • La fragilità emotiva e sintomatologia depressa sono in relazione;
  • L’alta fragilità si correla a un'alta percezione di stress e di scarso benessere psicofisico.
I dati che ho raccolto mi portano anche a vedere correlazioni tramite il calcolo della R di Pearson in maniera più ampia: la fragilità emotiva risulta associata con depressione (r = 0,67), percezione di vita stressante (r = 0,54) e benessere percepito (r = -0,41) nel gruppo di controllo.

Invece, nel gruppo sperimentale, questo pattern di correlazioni si riscontra solo in alcuni sottogruppi, come i pazienti con disturbi depressivi o correlati a sostanze e quelli con schizofrenia e disturbi schizoaffettivi, mentre negli altri la FE non appare associata, in generale, con la qualità di vita soggettivamente percepita.

Questa pubblicazione di psicologia è stata presentata al 18th Annual Conference of European Health Psychology Society, del 21-24 giugno 2004 tenutasi a Helsinki, Finlandia con il titolo “Emotional fragilità predicts precede well-being in psichiatric patients”.

Inoltre è stata presentata anche al Congresso Nazionale di Napoli della Società Italiana della Psicologia della Salute assieme alla relatrice Dott.ssa Paola Germigni.

Le pubblicazioni di Psicologia proseguono con una tesi dal titolo:

“Il gruppo contenitore degli impulsi verso una terapia sistemica di gruppo anche con tecniche psicoanalitiche e gruppoanalitiche per una integrazione costruttiva e interattiva“.

Sono state pubblicate dalla rivista Noosfera del sito www.istituto_MEME.it – luglio 2006.

Questa pubblicazione nasce da un’altra mia ricerca.

Ho svolto il mio progetto di lavoro presso la Casa di cura Villa Baruzziana dopo aver firmato un accordo con l’istituto Meme di Modena che promuove una master triennale in scienze criminologiche.

L’ipotesi di partenza da verificare o che non risponda all’ipotesi nulla di casualità con un margine di errore del 5% massimo, è che il gruppo possa contenere gli impulsi e che dia una idea del livello del discontrollo degli impulsi.

Il gruppo, secondo l’approccio sistemico, è una Gestalt che non corrisponde affatto alla semplice forma delle parti.

Esso ha una sua organizzazione specifica, i suoi sottosistemi, le sue regole.

La comunicazione e la sua fluida circolarità sono fondamentali.

Ho cercato insieme ai pazienti di darci regole funzionali e una comunicazione chiara nel rispetto dei turni e delle esigenze di ciascuno.
Quale è stato il criterio di scelta dei pazienti?
Gruppo misto come sesso e di età compresa tra i 30 a 50 anni per maggiore omogeneità e meno reticenze all’esibirsi in gruppo.

Le patologie presenti erano all’interno di:
  • Disturbi di personalità borderline;
  • Dipendenza da alcool e/o sostanze;
  • Bulimia;
  • Cleptomania;
  • Disturbi dell’umore;
  • Disturbo ossessivo-compulsivo.
Il discontrollo o l’eccessivo controllo degli impulsi si riferiscono:
  • All’aggressività;
  • Agli impulsi sessuali;
  • Al desiderio irrefrenabile rispetto al rubare;
  • Alle abbuffate;
  • A spese eccessive;
  • Al gioco di azzardo, ecc…
L’ipotesi era che il confronto, il rispecchiamento, la conoscenza dei limiti degli altri può portare alla consapevolezza dei propri limiti.

È possibile costruir schemi comuni e condividere regole funzionali.

Gli strumenti proposti e utilizzati sono stati:
  • La comunicazione verbale;
  • Strumenti testistici quali:
    • Test tematico proiettivo,ovvero TAT, solo per alcune tavole inerenti;
    • Test di Rosenzweig sull’aggressività;
    • Test di Rorshach eventualmente da sottoporre singolarmente;
    • Test sulla fragilità emotiva FE di G.Caprara.
Prima di aver iniziato il gruppo, ricevuta l’adesione dal paziente, è stato necessario sottoporre tutti i test a ciascuno individualmente, poi durante lo svolgimento del gruppo e in un follow up a distanza di almeno due mesi.

Gli incontri si sono svolti bisettimanali per circa un mese e mezzo.

La frequenza è stata alta dal momento che i ricoveri son brevi e bisognava concentrar il lavoro per osservare alcuni cambiamenti.

La mia ricerca ha condotto ha importanti risultati:
  • Aumento del controllo degli impulsi;
  • Maggiore autostima e autodeterminazione;
  • Consapevolezza del valore positivo della fragilità emotiva;
  • Tramite il gruppo, riattivazione di scambi relazionali sani basati sulla fiducia, il rispetto, l’ascolto e l’empatia reciproca;
  • Il gruppo è divenuto un modello operativo interattivo e uno strumento di
Una ulteriore ricerca successiva del 2007 è stata:

 “FORME DI AIUTO A UN MICROSISTEMA A RISCHIO:

 Approccio psicologico di gruppo per canalizzare l’aggressivita’ e non agirla.”

Le IPOTESI della ricerca sono state:

il gruppo è in grado di contenere e accogliere l’impulsività di pazienti borderline per verbalizzarla, condividerla, accettarla e successivamente elaborarla anche attraverso l’arteterapia.

L’ OBIETTIVO:

il gruppo deve diventare lo spazio comune e individuale di esperienze, emozioni, vissuti per trovare in esso parti di sé  e per oggettivare e proiettare sul foglio il sé inespresso, temuto e non mentalizzato.

La scelta del CAMPIONE:

pazienti psichiatrici, seguiti in un setting privato, meno legato alla crisi e più propenso a un sostegno costruttivo per soggetti con DBP che presentano compromissione del controllo degli impulsi.

Quali gli strumenti di lavoro?
  • l’ARTETERAPIA in gruppo:
    • Setteng accogliente;
    • Libertà di scelta di materiali artistici;
    • Temi per attivare meccanismi proiettivi;
    • Comunicazione non verbale più naturale ed efficace, senza simulazioni, difese;
    • Coinvolgimento di corpo, percezioni ed emozioni;
    • Agito costruttivo e volto alla comunicazione;
    • Possibilità di osservare e accogliere gli impulsi prima inaccettabili;
    • Maggiore presa di coscienza di sé con sofferenza ma anche con ironia;
    • Condivisione, rispecchiamento, confronto in gruppo;
    • Valido nel qui e ora del contesto del sostegno psicologico.
  • GRUPPOTERAPIA:
    • LEWIN : gruppo= sistema totale che trascende la semplice somma delle parti;
    • Spazio vitale= situazione psicologica di una persona o di un gruppo costituita da eventi interdipendenti rilevanti;
    • FOULKES : matrice di gruppo= gruppo come madre che nutre, simbolica trama comunicativa e relazionale;
    • BATESON: gruppo= matrice di significati e di relazioni con sensi attribuiti e condivisi per lo scambio;
    • GESTALT : leggi percettive per la ricerca di una buona forma globale e sintetica.
  • PSICODRAMMA:
    • CENTRALITA’ DELL’AZIONE: l’esserci ma senza movimento, come precursore del cambiamento, della relazione e dell’apprendimento.
  • SPONTANEITA’/CREATIVITA’ E CONTROLLO
  • TELE come empatia reciproca
  • RUOLI: psicodrammatici e sociali con rappresentazioni sceniche fittizie con emozioni vere.
  • ROLE PLAYING come tecnica formativa per sostener i ruoli più adeguatamente e per favorire catarsi e insight.
  • INVERSIONE DI RUOLO: l’incontro autentico con l’altro, con autoconsapevolezza emergente dal decentramento percettivo.
  • IL DOPPIO: funzione materna per dare voce ai bisogni e ai sentimenti del soggetto.
  • PSICODRAMMA OLISTICO con espressioni creative, disegni automatici, danza, musica, maschere come archetipi per una trasformazione ancora più profonda.
  • CATARSI come liberazione, espressione di sé che si manifesta nella distanza estetica dell’arteterapia (sentire intelligente e comprendere sentimentalmente con il giusto equilibrio cognitivo ed affettivo)
  • MANDALA di Jung come archetipo di ordine, integrazione, del Sé, della completezza
Nella pubblicazione di Psicologia approfondisco la complessità del disturbo borderline di personalità basata su:
  • Copioni MENTALI specifici (BECK);
  • Il mondo è pericoloso e cattivo;
  • Sono impotente e vulnerabile;
  • Sono inaccettabile;
  • Angoscia di abbandono e perdita costanti e totalizzanti con dipendenza anaclitica;
  • Relazioni intense e instabili tra idealizzazione e svalutazione;
  • Assenza di identità e/o sensazione di diffusione di essa con visione non integrata di idealizzazione svalutazione;
  • Impulsività con agiti a volte distruttivi auto e/o eterodiretti;
  • Instailità dell’umore che oscilla tra la rabbia immolavi e incontrollata da una parte, il senso di vuoto, l’angoscia di perdita, il vissuto depressivo;
  • La difesa primitiva di scissione e proiezione dell’aggressività;
  • Sospettosità paranoica per infanzia ostile e minacciosa;
  • Concause biologiche del discontrollo degli impulsi;
  • Attaccamento disorganizzato;
  • Traumi infantili.
I MATERIALI E I METODI utilizzati nella ricerca sul gruppo sono stati:
  1. Colloquio di gruppo à il gruppo è una mente collettiva complessa in cui le relazioni tra i membri sono attivate dalle loro differenze che producono trasformazioni accrescitive e arricchenti
  2. Test à strumenti di supporto e monitoraggio individuali per comprendere meglio la struttura di personalità dei soggetti, la sindrome psicopatologica, i limiti e le risorse da utilizzare.
Quali test abbiamo utilizzato?
  1. Test F.E per la misurazione della Fragilità Emotiva in particolare due sottoscala:
  2. Suscettibilità emotiva che misura la propensione alla difesa, al disagio, all’ inadeguatezza e vulnerabilità in situazioni di pericolo.
  3. Persecutorietà che misura vissuti di persecutorietà, oppressione in caso di pericolo reale o temuto, col timore di punizioni incombenti.
  4. Test di Rorshach, test di percezione di 10 macchie indefinite e asimmetriche su cui avviene la proiezione dell’inconscio psichico per la comprensione globale della personalità.
  5. Test sull’impulsività (BIS11), un questionario a scelta multipla che valuta la pianificazione e organizzazione mentale, la capacità di attenzione e il controllo motorio.
  6. Test CDQ per la misura della depressione
  7. Test del disegno dell’albero, simbolo di vita, forza, sicurezza, espressione di Sè.
Il gruppo dopo una decina di incontri ha mostrato una nuova consapevolezza e maggiore maturazione e una presa di responsabilità. Sono emerse:
  • Creatività;
  • Limiti e risorse di ogni membro del gruppo;
  • Maggiore capacità di controllo degli impulsi;
  • Scambi relazionati con minore manipolazione;
  • Una maggiore conoscenza delle proprie emozioni e di quelle altrui;
  • Incremento della capacità di restare nel presente con le sue sfide.