Genitori e Figli

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Rapport genitori e figli

Accogliere, educare consapevolmente, amare il proprio bambino interiore e i propri figli

Quando si diventa genitore, mamma o papà, inizia un nuovo e radicale capitolo della propria esistenza, il rapporto genitori e figli è accompagnato da dubbi, paure, gioie, scoperte continue, momenti di rabbia e presa di coscienza di sé, dei propri limiti e risorse come essere umani innanzi alla responsabilità di accompagnare un altro essere umano incarnato in un piccolo corpo a crescere e a esprimere sé stesso nel rispetto degli altri.

Quando diventi genitore solitamente non hai avuto il manuale del bravo genitore o del percorso per affrontare i cambiamenti e i passaggi necessari per una sana e felice crescita di tuo figlio.

In primis infatti è prezioso porti questa domanda:

Quale è lo scopo di divenire buoni genitori?

La prima risposta riguarda noi stessi, ovvero imparare con pazienza e amorevolezza a divenire i buoni genitori del proprio bambino interno rimasto spesso e volentieri fermo e bloccato emotivamente al suo primo settennio di vita.

La seconda risposta o tappa riguarda il divenire buoni genitori per i propri figli, poiché i bambini soprattutto nei loro primi sette anni apprendono per imitazione, non tanto delle parole, quanto dei gesti, degli atteggiamenti non verbali, dei toni, dei ritmi di vita del quotidiano, delle risposte emotive di mamma e papà.

Infine divenire buoni genitori è una responsabilità e un dono per la società e per una evoluzione più armoniosa dell’umanità.

Un ottimo rapporto tra genitori e figli aiuta a sentirsi più felici, con meno sforzi educativi che altrimenti sottraggono energia, vitalità.

Quali concretamente sono i vantaggi?

  • Possibilità di godere di più del tempo insieme a tuo figlio;
  • Possibilità di avere più tempo a disposizione per te stesso imparando a gestire meglio i ritmi di casa, lavoro, figli;
  • Possibilità di gestire meglio le emozioni, arrabbiandoti sempre meno e iniziando a trovare maggiore calma all’interno;
  • Trovare una maggiore autostima e appagamento di sé e ciò di riflesso viene percepito dai propri figli che sono più sereni, meno scontrosi, meno capricciosi;
  • Affrontare meglio le sfide della vita aiutando anche il proprio figlio innanzi alle prove;
  • Accogliere, ascoltare e amare noi stessi e i nostri figli.

Come iniziare ad amarsi e amare i propri figli?

Iniziamo a osservare alcuni ingredienti per una sana e gustosa ricetta educativa:

  • Comprensione dei motivi di azioni, sperimentazioni, reazioni “capricciose” o impaurite;
  • Empatia per sintonizzarsi con lui, i suoi bisogni, desideri;
  • Gioia di esserci nel presente e di vivere la vita come esperienza;
  • Corporeità e sensorialità per attingere alla realtà (correre, saltare, fare giochi di equilibrio, manipolare con le mani, scoprire attraverso i sensi aperti e curiosi);
  • Sostegno da offrire al proprio bambino interiore e a proprio figlio come il tronco sorregge i rami e le foglie e come le radici ben affondate nella madre terra offrono vitalità, forza e stabilità, innanzi anche alle tempeste;
  • Osservazione più neutrale, meno giudicante in quanto i bambini più puri e meno programmati non hanno aspettative o ideali o programmi preconfezionati bensì sogni e desiderio di sperimentare da soli e in compagnia con il sorriso e lo sguardo luminoso;
  • Risolutezza che conferisce autorevolezza, ovvero la percezione di fermezza interiore che permette di sostenere le regole e i no con pazienza e amorevolezza gestendo le emozioni e trovando nuove soluzioni;
  • Senso di sicurezza, il nido che scalda e ripara consente di sperimentare, di andare oltre il proprio limite, di osare;
  • Rispetto verso il proprio bambino interno e verso i figli conduce i figli a un clima di collaborazione, disponibilità anche nel primo settennio, nella fase più egocentrata, diminuendo drasticamente i conflitti, le tensioni e i capricci;
  • Prontezza nelle scelte accompagnate dal buon senso;
  • Divenire una guida che una visione di insieme più ampia può indicare i pericoli, gli strumenti per percorrere il sentiero di vita in maniera più consapevole senza tuttavia sostituirsi a loro, senza impedire che provino e sbaglino;
  • Costanza nell’impegnarsi al meglio, di riprovare e ritentare senza scoraggiarsi;
  • Fiducia di base verso noi stessi e verso i nostri figli;
  • Intuizione che coglie ciò che è meglio in un preciso istante e ci permette di cogliere opportunità di crescita per noi e per i nostri figli.

Che cosa frena dall’essere buoni genitori?

Fondamentalmente i condizionamenti educativi o diseducativi ricevuti, la mancanza di amore ricevuto o meglio la mancanza di alcuni degli ingredienti sopracitati che minano il senso di fiducia, di sicurezza, di empatia frenano il rapporto genitori e figli…in fondo si tratta di autostima limitata che rende più faticoso anche il mestiere e la missione di genitore.

La crescita di noi genitori è parallela e sinergica con quella dei nostri figli.

Noi li accompagnano nei primi 3 settenni da zero a 21 anni a divenire esseri umani completi, maturi e autonomi garantendo amore, accoglienza, aiuto, sicurezza e fermezza mentre i nostri figli ci mostrano la bellezza e la gioia di vivere, la purezza della sperimentazione, la tenerezza, la gioia, la tenacia, la spontanea capacità di essere nel momento presente senza passato e senza futuro.

Così divenire genitori ed essere figli e stare in questa relazione può trasformarsi in una esperienza meravigliosa, un viaggio ricco, stimolante, un DONO.

Tratteremo in altri articoli come iniziare a spogliarsi dei condizionamenti educativi e iniziare a prendersi cura al meglio del proprio bambino interno e dei nostri figli.