Fragilità Emotiva

specialista-psicologa-bologna-alessandra-chiarini

FRAGILITÀ EMOTIVA

Che cosa si intende per fragilità emotiva? È necessario analizzare l’etimologia della parola per cogliere in maniera più diretta questo costrutto.

Fragilità infatti deriva dalla parola latina “frangere” che significa rompere, mandare in pezzi. Con un’accezione negativa indica distruggere, con una connotazione in cui il senso di unità e di integrazione viene perso.

Per ciò che riguarda invece le emozioni l’etimologia indica il movimento dall’interno verso l’esterno ed infatti le emozioni sono movimenti di energia, energia ovviamente più sottile rispetto all’energia densa del corpo.


Emozioni e fragilità emotiva a confronto

Ciò che caratterizza le emozioni è un insieme di aspetti sensoriali, corporei, gesti e movimenti e anche un aspetto di pensiero solitamente inconscio.

Le emozioni di base che sono la gioia, tristezza, il disgusto, la sorpresa, la rabbia sono semplici classificazioni mentali per fissare e riconoscere dei fotogrammi di questo movimento emotivo, che di fatto è in continua fluttuazione e richiede una grande osservazione priva di giudizio per uscire progressivamente a gestire e imparare a cavalcare queste onde.

Quindi la fragilità emotiva corrisponde a una riduzione più o meno accentuata della capacità di mantenere il senso dell’interezza e sicurezza emotiva, fisica senza perdere il controllo e senza perdere la centratura interna. Ovviamente possiamo continuare a provare emozioni, produrre pensieri e sentire sensazioni nel corpo.

Quanto più percepiamo la fragilità emotiva, tanto più possiamo avere sensazioni di perdita di controllo riguardo a ciò che proviamo, pensiamo e sentiamo ed agiamo nel mondo.

Infatti la fragilità emotiva ad esempio ha una componente di impulsività e anche una componente di suscettibilità ovvero una sensazione interna di maggiore vulnerabilità rispetto al mondo esterno, unita a una maggiore intolleranza verso le ingiustizie che avvengono nel mondo esterno e dunque maggiore ostilità.

Il senso di persecutorietá da parte del mondo che viene visto come negativo “l’orco cattivo” può indurre ad atteggiamenti di ostilità e aggressività.

Alla base della fragilità emotiva vi è una fragilità psicologica ovvero un insieme di costrutti relativi alla visione del mondo fragili, che non corrispondono alla realtà, ma sono una mappa soggettiva con cui viene visto il territorio-mondo circostante.

La fragilità psicologica si fonda dunque su condizionamenti molto potenti a livello inconscio, ovvero rappresentazioni parziali e distorte di sé stessi, degli altri, del mondo e delle relazioni.

Come se il nostro database mentale, in particolare il database dell’inconscio che rappresenta almeno il 95% dei nostri costrutti sul mondo (con annesse emozioni), delle nostre convinzioni, fossero fondati su convincimenti passati tramite l’educazione familiare, educazione scolastica, educazione socio culturale, lavorativa, educazione religiosa.

Costrutti falsi che fondano la nostra identità sono ad esempio: il mondo è pericoloso, il mondo è corrotto, il mondo porta sofferenza, il mondo non è generoso, l’altro è cattivo, è impossibile fidarsi degli altri, esiste una distanza incolmabile tra me e gli altri, gli altri non possono capirmi, esisto solo se l’altro mi riconosce e mi rende parte del suo mondo, io sono in base all’immagine che gli altri hanno di me.

Più questi costrutti nel nostro database sono assoluti e pervasivi, più il rischio di fragilità psicologica è superiore e quindi nel momento in cui percepiamo il mondo minaccioso, nel momento in cui il mondo ci esclude, nel momento in cui il mondo ci giudica, percepiamo questo in maniera pesante e distruttiva.


Aspetti negativi che minano le difese

La sensazione emotiva è che andiamo in pezzi, che saltano i nostri ammortizzatori, le nostre difese e perdiamo di vista lo scopo della nostra vita, perdiamo la nostra efficacia/efficienza sul lavoro, perdiamo la capacità di relazionarci con gli altri, e prendono sopravvento pensieri ed emozioni negative di svalutazione, meccanismi di vittimismo, autocommiserazione, sul versante depressivo, o di preoccupazione di essere all’altezza, con ansia di tipo prestazionali.

A questo atteggiamento ansioso ovviamente sottostà comunque una scarsa autostima, la sensazione di non essere mai abbastanza, la falsa percezione di incapacità, di insufficienza, ricorrendo una perfezione irraggiungibile, per essere accettati dalla famiglia, dal partner, dal datore di lavoro, degli amici, dai colleghi, eccetera.

Quindi se prevale l’aspetto ansioso depressivo, La fragilità psicologica tenderà ad una sfumatura di suscettibilità inadeguatezza.

In questa situazione prevale una insicurezza psicologica personale, soggettivamente vissuta, in cui l’aspetto persecutorio del mondo è meno rilevante, oppure il mondo viene considerato molto richiedente a livello di prestazione al fine dell’accettazione.

Se prevale l’aspetto invece di irritabilità e persecutorietà la fragilità psicologica tenderà ad una sfumatura di atteggiamento oppositivo, impulsivo. In questa situazione indubbiamente l’insicurezza psicologica è molto più grande rispetto alla precedente ma non è soggettivamente percepito, perché è proiettata sul mondo esterno che viene visto come distruttivo.

“Io sono buono, è il mondo ad essere cattivo e ingiusto”.

In questo caso la fragilità psicologica è elevata e il rischio di creare una maggiore separazione tra noi e il mondo esterno è maggiore, incluso il rischio di comportamenti aggressivi.

Impulsivi, non mediati da una riflessione.

La fragilità emotiva si trasforma in una fragilità psicologica per divenire fragilità caratteriale con caratteristiche quindi più stabili e cristallizzate in un adulto. Insicurezza caratteriale è un tratto molto diffuso nell’essere umano moderno per cui è preziosissimo iniziare un processo di analisi pulita e scevra di giudizi mentali ed emozioni negative relativamente a questa condizione di partenza.


La fragilità emotiva e Metodo Balance

La comprensione dell’origine e dei traumi che hanno causato la nascita di queste componenti di fragilità emotiva, fragilità psicologica, fragilità caratteriale, consente una reale e genuina possibilità di conoscersi più a fondo e di trovare soluzioni adeguate.

Un aspetto importante troppo spesso banalizzato o non considerato è la possibilità di apprendere a riconoscere e sostituire i copioni mentali errati con copioni corretti e più aderenti alla realtà con una componente emotiva più elevata di accettazione, più vicina alla qualità di compassione di cui parla la tradizione filosofica buddista.

La fragilità emotiva è una condizione per lo più acquisita dall’essere umano ed è connessa fondamentalmente a:

  • Ignoranza, la mancanza di conoscenza reale delle leggi che sottostanno all’essere umano, alla natura, al pianeta Terra e al macrocosmo;
  • Paura dell’ignoto e di chi detiene il potere della conoscenza e lo sfrutta manipolando la massa per mantenerla in uno stato di schiavitù, visibile o subdola;
  • Mancanza di modelli ed esempi in vita di esseri umani che sono stati in grado di liberarsi da ignoranza e paura indicando la via verso la liberazione, gli strumenti e le modalità progressive.
Il Metodo Balance è una possibilità per iniziare a recuperare il senso di interezza, di centratura, per mettere insieme le parti andate in frantumi.

È una possibilità per iniziare ad apprendere l’arte della consapevolezza attraverso un approccio psicologico integrato allo yoga e a una attenzione maggiore allo stile di vita alimentare, affettivo. Infatti spesso progressivamente dobbiamo evitare gli sprechi di energie con abitudini meccaniche e nocive, dobbiamo imparare a nutrire il nostro corpo, le nostre emozioni, i nostri pensieri e la nostra interiorità.

Possiamo trasformare la fragilità emotiva in crescita emotiva, forza, energia incanalata e funzionale a renderci esseri umani più completi e compassionevoli.