Cause dei disturbi alimentari

Fragilità psicologica Dott.ssa Alessandra Chiarini
Fragilità Psicologica
11 Aprile 2017
Rapport genitori e figli
Genitori e Figli
3 Maggio 2017
Cause disturbi alimentari

Quali fattori predispongono ai disturbi alimentari?

Raccogliendo le testimonianze di tante pazienti affette da disturbi alimentari che incontro quotidianamente, ho trovato un filo che le accomuna: la tendenza della madre (o di altre figure di riferimento come i nonni) nella primissima infanzia, partendo già dall’allattamento, di sedare il pianto e poi in seguito le emozioni scomode (rabbia, ”capricci”, paure…) tramite il cibo.

Il pianto dei neonati per gli adulti spesso è qualcosa di terribilmente angosciante e ciò a cui ci si rivolge è l’immediata risoluzione del “problema-fastidio-pianto”, porgendo il seno e poi in seguito dando cibo con il cucchiaino, imboccando con irruenza senza nemmeno rispettare le pause di deglutizione.

Crescendo questo approccio si manifesta nel “c’è qualcosa che non va come vorrei” e la mamma mi dà una merendina, un cioccolatino, una pizzetta consolatoria.

E andando oltre quando il bambino inizia nella preadolescenza ad avere più autonomia e a procurarsi il cibo da solo in casa o con gli amichetti allora emergono in maniera più esplicita queste dinamiche subdole e distruttive.

 

Disturbi alimentari e adolescenza

Quanti ragazzini oggi raccontano ”Mi sento a disagio ma poi mangio un pacchetto di patatine e vado alla grande”.

E in adolescenza questi ragazzi sviluppano in maniera più conclamata disturbi alimentari nella direzione delle abbuffate compulsive (il binge eating desorder) senza compensazioni.

Fondamentalmente c’è una fatica nel riconoscere e dare un nome alle emozioni (in gergo parliamo di alexitimia) e di conseguenza una difficoltà enorme dunque a comunicarle, condividerle e infine a comprendere come gestirle.

Come nel neonato qualcosa di fastidioso e frustrante ma non codificato, né riconosciuto e accolto dalla mamma, viene risolto con una poppata di latte materno o artificiale, così nell’adolescente e nell’adulto il meccanismo resta inalterato, salvo il tipo di cibo e non sempre.

In effetti alcune pazienti adorano la mega tazza di latte con un chilo di biscotti quando si trovano a dovere fronteggiare una emergenza, ad esempio un esame, una prova da superare che genera ansia da prestazione, oppure quando necessitano di consolazione in un momento di disperazione dopo l’ennesima litigata con il fidanzato.

Inoltre più l’emozione di base è forte senza essere riconosciuta e fronteggiata più il meccanismo azione-reazione è immediato, impulsivo, privo di riflessione e mediazione.

Si attiva un meccanismo neurofisiologico più arcaico presente anche nei rettili: in caso di pericolo di vita si attiva in un istante la reazione utile di attacco o fuga.

Negli adolescenti in particolare questo meccanismo è ancora molto presente in quanto tra i 14 e i 21 anni i ragazzi stanno crescendo, modificando completamente la struttura fisica incluso il sistema nervoso.

Infatti la corteccia frontale adibita al pensiero logico, alla valutazione del contesto per fare scelte più consapevoli si deve sviluppare progressivamente.

 

Disturbi alimentari contrastanti e ricerca del bisogno interiore

I ragazzi faticano a stimare il pericolo, cercano inoltre emozioni forti, non hanno il senso pieno della responsabilità e di cosa comportano le loro scelte per se stessi e per gli altri.

Perciò tendono più ad agire, in balia spesso di emozioni potenti, di tempeste ormonali, di influenze del gruppo di amici.

Se è mancata poi dalla nascita alla adolescenza la tolleranza alla frustrazione, all’attesa, il cibo diviene una soluzione rapida, facilmente recuperabile anche al fast food a basso costo o al supermercato.

Per cui il cibo è la mamma che consola, che tappa una emozione sgradevole, un’amica che ci accompagna tutti i giorni!

E poi seguono quasi subito altrettanti pensieri ed emozioni negative: sensi di colpa come pioggia torrenziale su un fiume in piena, lamentele continue di svalutazione come sindrome del Calimero, chiusura rispetto al mondo in cui iniziare a sperimentare, blocco anche rispetto alle relazioni con l’altro da sé.

I preadolescenti e adolescenti che invece hanno avuto a che fare con una madre o un care-giver molto freddo e pretenzioso, rigido nella relazione emerge un altro meccanismo connesso al rifiuto di sé, del proprio diritto a esistere.

Per ciò è facile deragliare verso forme più o meno gravi di anoressia. Prevalentemente sono ragazze che rincorrono una perfezione ideale, di un’altra dimensione che in fondo non è terrena.

Cercano di dimostrare alla propria famiglia di meritarsi il loro amore per via delle prestazioni e performance scolastiche. Spesso sono piccoli fenomeni a scuola, con “la sindrome della migliore della classe”, con un’elevata dose di competizione, di ansia e depressione latente.

Di contro rifiutano di ricevere poi cibo nel momento in cui i genitori si accorgono del problema e si preoccupano di lei.

La ribellione adolescenziale arriva all’estremo rigetto del cibo in nome di una forma di onnipotenza compensatoria: “io sto benissimo, vorrei sentire più le ossa che sporgono, le costole, gli ischi, le spalle

C’è di fondo una fatica di accettare l’incarnazione nel corpo, di accettare pure le emozioni e i pensieri e anche la crescita verso l’essere donna.

Essere donna significa non essere più la bambina perfettina, significa uscire dal guscio “autistico” e narcisistico e scambiare con i compagni, gli amici, con i ragazzi.

A queste dinamiche se aggiungiamo lutti, abbandoni, violenze sessuali e abusi che a volte emergono, abbiamo una idea di cosa siano i sintomi e le manifestazioni dei disturbi alimentari.

Approfondiremo meglio altri aspetti in altri articoli e pure il Metodo Balance che viene descritto nella home page.

 

Se ti riconosci in queste dinamiche autolesioniste dei disturbi alimentari e desideri ristabilire un rapporto più sereno con te stesso, con il cibo, con le tue emozioni, coi tuoi pensieri puoi contattarmi per fissare un incontro e valutare come aiutarti al meglio delle tue risorse e potenzialità.

Ritrova il gusto di esistere e di assaporare la vita. Ne hai il dovere e soprattutto il diritto!